mercoledì 5 settembre 2012

L'orrore del cannibale pluriomicida - The horror of the cannibal serial killer

Una storia inquietante e di estrema violenza: si consumò circa 450 anni fa e ne furono vittime bambini, donne e... feti.


E' una di quelle storie di cui non ci si dimentica facilmente, nonostante siano passati secoli da allora. Sangue, violenza, cannibalismo, magia nera: gli elementi per un film dell'orrore ci sono tutti. Ma questa è la realtà, che a volte è più macabra e brutale di qualsiasi sceneggiatura maledetta. Una storia, assolutamente reale, che ha terrorizzato per anni Germania ed Austria, e ha distrutto per sempre la serenità di migliaia di famiglie. Peter Nirsch, è fuori dubbio, il peggiore dei serial killer mai esistiti, sia per il numero degli omicidi quanto per la loro efferatezza. Si contano ben 520 omicidi nell'arco di tempo compreso tra il 1575 e il 1581 (6 anni). Una buona parte corrispondeva a donne in stato di gravidanza. 


LA VITA, LA MOGLIE E LA MAGIA NERA

Nulla si sa della sua vita fino al 1580, quando si trasferì in Franconia (una regione tedesca che comprendeva alcune zone a nord della moderna Bavaria, alcune zone a sud dell'attuale Thuringia e una zona nordorientale della baden-Wurtemberger). Una volta stabilitosi in quella zona uccise sua moglie, originaria di Kitzingen nell'Ochsenfurtal e al tempo in stato molto avanzato di gravidanza, e ne profanò il corpo con modalità raccapriccianti: estrasse il feto (di cui era il padre) dal ventre della donna, incise in profondità il corpo dell'esserino morto e ne strappò il cuore, cibandosene. L'esperienza antropofaga gli piacque molto: la sua carriera da cannibale era appena cominciata. Sua moglie non era la prima donna incinta che uccideva (e sventrava) per portarne alla luce il figlio da dilaniare. Aveva già ucciso (e parecchio) in passato, spostandosi continuamente alla ricerca di nuove vittime. Nirsch, oltre alle "normali" pulsioni malate da serial killer, arrivò a perpretare tali gesta mosso anche da credenze e convinzioni acquisite da rituali di magia nera, che praticava da tempo. E' probabile che credesse che tali rituali (uccidere una donna incinta a "sacrificarne" il figlio) lo potesse proteggere e gli portasse benessere.



Vicino al fiume Reno assassinò 200 persone e di queste nove erano in stato di gravidanza. La frequenza con cui commetteva queste brutali azioni potrebbero ricondurre ad un cerimoniale di magia nera: forse uccidere una donna incinta e "sacrificarne" il figlio poteva indurgli protezione e benessere. Ne uccise 123 nel Wurttemberg. Raggiunse l'Ulm e l'Augsburg e la sua opera scellerata perdurò nella zona del Danubio. Anche l'Austria assaporò le sue malvagità, fra cui cinque donne gravide; nella zona di Praga e della Boemia gli omicidi furono 140, di cui 8 incinta. Pensò di ritornare in Germania, a Ratisbona, contava di raggiungere Norimberga. Ma, a pochi chilometri dalla meta auspicata, nella piccola cittadina di Neumarkt, decise di fare una sosta: giusto qualche giorno. O almeno così sperava.


LA TORTURA, LA CONFESSIONE E LA MORTE

A Neumarkt affittò una stanza in una locanda e passò due giorni a guardarsi attorno alla ricerca di prede da uccidere. Ormai i suoi demoni interiori erano anappagabili, letteralmente chiunque incrociasse il suo cammino rischiava di poter diventare la sua prossima vittima. Decise poi di dedicarsi all'igiene personale e di recarsi ai bagni pubblici per lavarsi, lasciando in custodia al proprietario della taverna tutti i suoi averi, contenuti in una grande sacca. Ai bagni pubblici la gente non faceva che parlare degli omicidi che stavano sconvolgendo la zona nelle ultime settimane. Nirsch. che si era effettivamente dato molto da fare recentemente, restò impassibile e in silenzio, lavandosi in tranquillità, come se niente fosse.
Ma non passò inosservato.
Soprattutto non passarono inosservate le molte cicatrici che aveva sul corpo (forse quanto rimasto di una infanzia terribile, o l'eredità lasciatagli da qualche sua vittima che era riuscita a difendersi), e le due dita storte e accartocciate di una mano.
Uno dei presenti al bagno pubblico asserì di conoscere l'aspetto dell'assassino, citando "due dita storte, alcune vecchie cicatrici, una delle quali sulla mascella".




Così quando Peter Nirsch, che aveva una ben visibile cicatrice sulla mascella, abbandonò i bagni, due intraprendenti e curiosi uomini lo seguirono fino alla locanda. Lì, con la forza, si fecero mostrare dal proprietario il contenuto della sacca del misterioso straniero: scoprirono così, tra gli oggetti e vestiti più o meno normali, anche diverse "cianfrusaglie" da rituali di magia. Della cosa fu avvisato il sovrintendente della città, che fece arrestare Nirsch inviando otto soldati, scortandolo poi alla sua presenza legato ad un carro di letame.
Gli uomini del sovrintendente cominciarono subito a interrogarlo, non lesinando in violenza per farlo confessare. A partire dal 16 settembre 1581 fu torturato per due giorni: gli vennero incise delle ferite ricoperte poi da olio bollente, il suo corpo fu ustionato in varie parti, gli vennero fratturate le gambe e le braccia.
Nirsch confessò quindi tutti i suoi crimini, cominciando dalle uccisioni commesse a partire da 6 anni prima, nel 1575: venne infine ritenuto colpevole di 520 omicidi e condannato a morte.
Il 18 settembre 1581 venne ucciso e il suo cadavere fatto a pezzi.
I suoi resti furono appesi a pali sulla strada per la città.









 
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