E’ un caldo e umido pomeriggio
del 20 agosto 1966, un diciottenne di nome Jorge Alves da Costa sta giocando
con il suo aquilone sulla collina di Morro do Vintem a Niteròi, una città del
Brasile nello stato di Rio de Janeiro. Il ragazzo stava cercando di mantenere
in volo il suo aquilone quando in lontananza vide i corpi di due uomini
sdraiati sul terreno senza vita. Il ragazzo terrorizzato avvisò subito le
autorità, ma la polizia non riuscì a raggiungere i due corpi fino al giorno
successivo dato che la collina di Morro do Vintém presenta un terreno molto
impervio in quel punto. Quando una piccola squadra di polizia e vigili del
fuoco arrivò sulla scena, notò subito dei particolari alquanto bizzarri e allo
stesso tempo inquietanti. Erano i corpi in avanzato stato di decomposizione di
due maschi adulti che giacevano l’uno accanto all’altro leggermente ricoperti
di erba. Si trovavano distesi sulla schiena, i visi erano rivolti verso il
cielo e le mani dietro alla nuca, quasi come se stessero riposando. Tutti e due
gli individui indossavano, sopra ad abiti eleganti, due impermeabili nuovi ed
identici e, particolare molto strano, avevano gli occhi coperti da una maschera
di piombo.
Le indagini cominciano e nei
giorni successivi e i due uomini vengono infine identificati come Manoel
Pereira de Cruz e Miguel Jose Viana rispettivamente di 32 e 34 anni. Erano due
tecnici elettronici di Campos dos Goytacazes, una città a più di 200 km a
nord-est di Rio de Janeiro. Grazie a ulteriori ricerche si scoprì che i due
erano legati da una profonda amicizia e entrambi sposati. Risultarono
appassionati di tecnologia e spiritismo e dalle dichiarazioni rilasciate dai
loro conoscenti, si è appreso che erano affiliati a circoli esoterici segreti,
e che entrambi sostenevano di essere in contatto con esseri di un altro
pianeta. Infine con l’aiuto di testimoni che hanno saputo fornire degli indizi
preziosi, le autorità sono riuscite a ricostruire parzialmente il percorso dei
due misteriosi individui.
La mattina del 17 agosto 1966 i
due tecnici in autobus lasciarono la città in cui lavoravano, dicendo che
stavano andando a comprare delle forniture per il lavoro e un’automobile. Essi
infatti erano in possesso di una grossa somma di denaro per poter comprare una
macchina. I due arrivarono a Niterói attorno alle 14.30 e le indagini
appurarono che nel pomeriggio si recarono in un negozio di elettronica senza
tuttavia effettuare alcun acquisto o ordinazione. Non si conosce il motivo di
questa sosta, né con chi entrarono in contatto all’interno del negozio, ma è
ipotizzabile che qui avvenne un incontro con persone che fornirono loro
ulteriori istruzioni. Successivamente vennero visti in un negozio di
abbigliamento, dove acquistarono due impermeabili uguali. Il personale
interrogato riferì che i due, dopo avere acquistato gli indumenti, uscirono
talmente di fretta dal negozio che non indossarono nemmeno gli impermeabili,
nonostante fuori stesse cominciando a piovere. Fecero quindi una sosta ad un
bar in città per comprare una bottiglietta d’acqua. Il barista disse che uno
dei due uomini, Miguel, sembrava essere molto di fretta dato che continuava a
controllare l’orologio in maniera frenetica. Tuttavia dopo avere pagato, ritirò
lo scontrino che sarebbe servito per riavere la cauzione qualora avesse
restituito la bottiglia vuota. Questa circostanza è stata più volte evidenziata
per controbattere all’ipotesi di un duplice suicidio. Infine un abitante del
posto dichiarò di averli visti arrivare ai piedi della collina di Morro do
Vintem a bordo di una jeep, guidata da un uomo biondo, ed in compagnia di altri
uno o due uomini, mai identificati; i due scendono dal mezzo e iniziano a
salire a piedi la collina quando ormai stava diventando buio. Quella fu
l’ultima volta che la coppia venne vista viva.
Anche gli elementi trovati dove
giacevano i corpi senza vita non portarono a nulla. Gli abiti formali
suggerirono che probabilmente gli uomini avessero un appuntamento con qualcuno
di importante. Tuttavia, senza conoscere il loro abbigliamento abituale, è
difficile dirlo con certezza. Le maschere di piombo sagomate a forma di
occhiali protettivi indicano invece che gli uomini si aspettavano un qualche
tipo di radioattività, ciò ha portato alcuni a sbilanciarsi nelle speculazioni
più fantasiose, circa contatti con entità extraterrestri o esperimenti
paranormali. Non è stato comunque rilevato nessun tipo di radiazione in quel
punto anche se vi è la possibilità che la collina di Morro do Vintém non fosse
il luogo effettivo di destinazione dei due uomini.mMa
il mistero più grande è nelle note trovate nel taccuino rinvenuto accanto ai
due cadaveri. La polizia identificò 3 biglietti. Uno portava un elenco di
materiali elettronici e parti di ricambi. Nel secondo era presente una lista di
prescrizioni, simile a quella che potrebbe accompagnare una ricetta medica. Ma
è il terzo biglietto il vero e proprio rompicapo, esso riportava le seguenti
scritte: “Alle ore 16:30 trovarsi nel luogo concordato. Alle ore 18:30
ingoiare la capsula dopo l’effetto, proteggere i metalli aspettare il segnale
maschera.”
Questa misteriosa frase può avere più
interpretazioni, ma la più accreditata indica che i due uomini alle 18.30
dovessero ingoiare un qualche tipo di capsula e dopo aver atteso che la stessa
abbia fatto il suo “effetto”, avrebbero dovuto eseguire le operazioni
necessarie a proteggere i “metalli”, dopodiché attendere il segnale per
indossare o rimuovere la “maschera”. Tale interpretazione appare più in
linea con l’ipotesi di un avvelenamento dovuto all’effetto delle capsule
stesse, come se queste contenessero veleno, e le vittime fossero state indotte
ad ingerirle da qualcuno. In effetti gli inquirenti esaminarono anche la
possibilità che i due amici fossero stati attirati in una trappola da altri appassionati
di esoterismo, i quali, al corrente dei motivi del viaggio a Niterói, ed
informati sulla forte somma di denaro che i due portavano con se, facendo leva
sulla comune passione per il paranormale, ed approfittando dell’ingenuità dei
due tecnici, avrebbero architettato una messinscena per derubarli.
In ogni caso, prestando fede alla tempistica
dettata dalle note, resta un mistero cosa sarebbe dovuto avvenire nelle 2 ore
che trascorsero tra l’arrivo alle 16.30 al luogo concordato, e le 18.30. E’ probabile
che il luogo concordato fosse il bar dove i due sono stati visti verso le
16.35. Va inoltre evidenziato che durante le indagini emerse che, nonostante la
calligrafia fosse indubbiamente riconducibile alla mano di Miguel, la
costruzione delle frasi ed alcuni dei vocaboli utilizzati non appartenevano al
lessico delle due vittime. Tale circostanza ha portato ad ipotizzare che le
istruzioni furono copiate, o, più probabilmente, vennero scritte sotto
dettatura; in effetti questo non è l’unico elemento che fa supporre la presenza
di almeno un’altra persona sul luogo. In particolare, è stato rilevato che,
nonostante ogni cadavere giacesse su di una sorta di giaciglio di foglie
recise, sulla scena non venne mai trovato alcuna lama o utensile tagliente.
C’è chi accusa l’omicidio, chi da la colpa
all’uso di sostanze psicotrope. Alcuni addirittura propendono per l’ipotesi di
un contatto con extraterrestri andato male o a esperimenti nel campo
dell’occulto. Le spiegazioni possibili per la morte di Manoel Pereira da Cruz e
di Miguel José Viana sono talmente tante che il caso venne archiviato come
morte per cause naturali per entrambi i decessi e ad oggi il mistero rimane.
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